Il Feedback di degustazione della prestigiosissima giuria Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles su Principum al Bergamotto e Peperoncino, il Premium Luxury Gin di Rupes
Rupes con tutte le sue referenze continua a crescere intercettando sempre più i gusti di un pubblico esigente e sempre più raffinato.
Arriva feedback di degustazione del Concours Mondial de Bruxelles con il quale i giudici spiegano le motivazioni che hanno portato ad un’attribuzione numerica così alta.
La nota di degustazione è fornita direttamente dal concorso internazionale e raccoglie i commenti ufficiali dei Giudici di selezione durante le sessioni di degustazione. Gli spiriti presentati sono stati giudicati attraverso la degustazione anonima eseguita dalla giuria internazionale, esperta ed indipendente.
Principum Gin ha ricevuto complessivamente 82,1 punti su 100.
Attribuzione numerica che premia abbondantemente l’animo meridionale made in Italy di un gin speciale.
Ma andiamo alle considerazioni dei giudici internazionali:
All’aspetto visivo, Principum si presenta “paglierino cereo, luminoso e pulito”.
Al naso offre un tocco floreale, sprigionando aromi di lavanda, una gradevole freschezza e alcune note agrumate (bergamotto ndr). A primo naso si avverte un sentore di coriandolo mentre al secondo naso esce fuori una sufficiente complessità.
Al palato i giudici hanno dichiarato: “è fresco con note floreali e scorze di bergamotto, ha un brillante sapore agrumato. Buono il profumo, molto equilibrato al palato con un piacevole calore alcolico nel suo complesso”.
La giuria composta da sei degustatori provenienti dalla Colombia, dalla Francia, dall’Ungheria, dal Messico dai Paesi Bassi e dal Regno Unito, concludono l’ispezione mettendo affermando:ottimo gin contemporaneo all’interno della sua categoria. Pulito e luminoso con un bel tocco agrumato durante l’esperienza di degustazione. Buon bilanciamento tra l’alcol e freschezza, i sapori sono ben definiti.
Continua così la scalata di Rupes che si fa sempre più ricca di riconoscimenti, frutto della meticolosa ricerca nell’assicurare linee eccellenti con sfaccettature uniche, ricercate ed inimitabili.
L’amaro Rupes non è un amaro qualunque. Non è un amaro che si beve, si degusta, e basta. C’è molto, molto di più dietro al sapore e all’odore di una specialità che racchiude delle origini affascinanti e legate ad un preciso periodo storico. Ma, soprattutto, è un amaro che rispecchia fedelmente l’amore, l’attaccamento e l’orgoglio ad un territorio, quello reggino, tramandato di generazione in generazione.
La storia e la ricetta dell’amaro Rupes: tra forti richiami alla storia e grandi legami al territorio
La storia dell’amaro Rupes, infatti, è tramandata di generazione in generazione: “Abbiamo ricevuto tantissime mail di persone affascinate dalla storia – rivela ai microfoni di StrettoWeb il responsabile marketing dell’azienda Anselmo Scaramuzzino – La nascita dell’amaro, infatti, combacia col periodo dell’unità d’Italia, coi moti carbonari. Un commerciante cercava di sbarcare il lunario abusivamente fino a che è riuscito a tramandare la ricetta di generazione in generazione. Ed è arrivata ai giorni nostri”. E anche con grandi successi, visto che da tre anni consecutivi Rupes occupa il podio delle più prestigiose competizioni Mondiali (World Liqueur Awards, America Award, Concours Moundial de Bruxelles) ricevendo il Titolo Di Miglior Amaro del Mondo nel 2020, Miglior Liquore del Mondo alle Erbe nel 2021 con Rupes Gold e Miglior Grappa del Mondo nel 2022 con Hiberna Straveccia ed occupando i primi tre gradini con le novità Rupes Red al peperoncino e Bergamotto e Rupes White liquore alla panna.
“Tutto ebbe infatti inizio intorno alla prima metà dell’800, ai piedi della famosa rupe di Roccella Ionica, anticamente nota come Anphisia. In questo luogo isolato, un giovane di nome Vincenzo, capostipite della famiglia Errigo, di notte distilla le erbe officinali che raccoglie ai piedi della parete rocciosa e, di nascosto, vende gli infusi agli amici più fidati. Gli ingredienti utilizzati e la modalità con cui realizza il suo liquore sono racchiusi in una ricetta segreta, tramandatagli dalla cara madre.
Una notte, mentre è intento a distillare, conosce Pietro, giovane avvocato del luogo, che, a pochi passi dalla sua distilleria abusiva, si riunisce con altri amici per discutere nell’oscurità della notte. Sono un gruppo di intellettuali patrioti, precursori dei moti Carbonari. Vincenzo, che all’inizio è diffidente, accetta di far provare il suo infuso ai giovani, senza mai chiedere di cosa parlino durante quegli incontri. Qualche, volta, sente in lontananza Pietro chiamare il liquore “Rupes”, mentre insieme ai suoi amici alza il calice esclamando “Evviva la liberà”, “Evviva la Patria”.
Da lì a poco, Pietro e i suoi amici vengono giustiziati pubblicamente, ma Vincenzo non sa dare una spiegazione a quelle morti. Custodisce gelosamente il segreto di quegli incontri notturni e, per paura, smette di produrre il Rupes. Il tempo passa e, prima di morire, alla fine del XIX secolo, strappa una promessa al figlio, dopo avergli raccontato di quei giovani e del loro sogno di libertà. La ricetta dell’amaro dovrà essere tramandata, ma il racconto di quelle riunioni dovrà rimanere un segreto almeno per un secolo. La promessa viene mantenuta e la ricetta viene custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni”.
Ma, come detto, a contraddistinguere in positivo questo amaro – oltre alla storia – c’è il forte legame con il territorio: “E’ da sempre questo ciò che la famiglia Errigo, oggi diretta ed innovata dai fratelli Francesco e Luca, ricerca per rendere unico il prodotto. La riconoscenza a questa terra. E, attraverso l’amaro Rupes, si è anche creato una sorta di indotto economico importante in tutta la zona. Un indotto a livello occupazionale e legato alla colonizzazione dei prodotti”. Prodotti, ovviamente, del posto. L’amaro Rupes viene infatti realizzato con trenta erbe officinali e aromatiche del luogo. E’ ottenuto ancora oggi con il vecchio metodo artigianale della macerazione a freddo degli ingredienti, tra cui spiccano il finocchietto selvatico, le radici di liquirizia calabrese e l’alloro. La metodologia a freddo prevede l’infusione di una soluzione idroalcolica, per almeno venti giorni, in grandi tini d’acciaio, con erbe officinali di alta qualità e la successiva riduzione della gradazione alcolica, mediante l’aggiunta di acqua e zucchero.
Tutte le specialità dell’amaro Rupes: dal Principum Gin ai vari aperitivi
Ma, come ogni azienda che si rispetti, anche questa è in continua evoluzione. Vuole crescere, ampliarsi, sviluppare nuove idee. Una di queste è legata al “Principum“, un Gin di altissima qualità che prende il nome da “principe”. Più precisamente il principe degli agrumi, il bergamotto, altro prodotto tipico ed esclusivo della nostra terra. Il Principum Gin è infatti realizzato all’interno delle botaniche in lunga macerazione nell’alcol (almeno 4 mesi) con bacca di ginepro, bergamotto, peperoncino della Locride e ridistillazione di tutta la massa dopo i 4 mesi di macerazione. Si tratta di un Premium Luxury realizzato con doppia distillazione in “alambicco discontinuo”.
Da segnalare anche il Rupes Gold, prodotto esclusivo – a edizione limitata – e realizzato con arancia amara autoctona, e l’apporto dell’amaro per ciò che concerne i cocktail. “Essendo gli amari rinomati come digestivi – afferma ancora Scaramuzzino ai nostri microfoni – abbiamo voluto rompere gli schermi e buttarci nel mondo dei cocktail. Anche perché, ma non tutti lo sanno, gli amari fanno parte della famiglia dei Bitter. E noi abbiamo deciso di creare il Rupes Tonic e il Rupes Spritz, che hanno riscosso già molto successo nel mondo dell’e-commerce. Tra l’altro, aggiungo, all’ultimo Campari Competition abbiamo partecipato con un barman di Roccella e con un cocktail dal nome ‘Aspromonte’, creato con radici di liquirizia”.
Creare le basi, crescere nel presente e sviluppare sempre nuove idee per il futuro. Questo l’obiettivo dell’amaro Rupes, azienda in forte espansione e capace di mischiare egregiamente storia e territorio: “Idee per il futuro prossimo? Stiamo sperimentando in laboratorio un nuovo prodotto con dei frutti tipici del nostro territorio, ma per ora non diciamo altro”.
E voi siete curiosi di scoprirlo? In attesa di nuove, affascinanti e gustose novità, non esitate ad assaggiare il Rupes, l’amaro più buono del mondo, e tutte le sue specialità. Per maggiori informazioni consultare la pagina Facebook “Rupes l’Amaro Digestivo“, la pagina Instagram “rupesamaro“, il sito ufficiale (dove si possono acquistare anche i prodotti online) o contattate la vostra enoteca di fiducia.
Nasce Nazionale Amaro Deciso. Un amaro netto, amarissimo, dal carattere forte e sicuro!
Con 38 % di gradazione alcolica, macerazione a freddo delle amarissime erbe selezionate manualmente, la lunga macerazione a freddo in alcool da cereali, Nazionale Amaro Deciso vuole fare ingresso nei momenti degustativi di chi non disdegna i sapori strong, carichi, netti.
Ideale dopo un pasto completo, magari a base di carne!
Nazionale di Rupes è un vero Amaro digestivo che rievoca la dimensione medievale, quella in cui le botaniche all’interno dei monasteri, grazie al sapere tramandato nei secoli, si trasformavano per alchimia in rimedi, infondendo pace ai sensi ed al corpo di chi li consumava.
Tantissima passione ed anni di duro lavoro per capire che c’è ancora tanto da fare, con l’entusiasmo di sempre!
Oggi L’ anniversario di Rupes e condividiamo con voi la foto di uno dei primi passi; d’altronde ogni lungo viaggio inizia sempre con un solo passo. Grazie di vero cuore ad ognuno di voi per averci regalato un grande successo! Il bello deve ancora arrivare, lo dobbiamo a tutti voi!!!!
La leggenda di Rupes
Erano i primi decenni del Diciannovesimo Secolo.
La carestia si mostrava con il suo vero volto attraverso la fame. Braccianti e artigiani erano alle strette, vessati dai signorotti delle terre e dalle tasse.
Il giovane Vincenzo viveva a Roccella, ai piedi della rupe. Commerciava beni di prima necessità caricando sulle spalle la sua merce per rifornire i paesi limitrofi. Sottobanco, solo agli amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi d’erbe in distillato, estratto personalmente durante la notte ai piedi della rupe in cui viveva, per non destare sospetti ad occhi indiscreti. Degli ingredienti e della modalità di realizzazione custodiva gelosamente la ricetta tramandatagli dalla cara madre.
Fu in una di quelle notti mentre intento a distillare che conobbe Pietro, un giovane avvocato di Roccella di distinta e buona famiglia che si incontrava per discutere, insieme ad altri amici della riviera, all’ombra della notte, a due passi dalla piccola distilleria abusiva.
Vincenzo, diffidente inizialmente, accettò di far provare il suo infuso che continuò a portare di notte per alcuni anni. Non osò mai chiedere di cosa si dialogasse in quegli incontri segreti, neppure quando la confidenza fu maggiore. Aveva intuito, però, che i giovani erano poeti, sognatori, portatori e testimoni di una morale tollerante e rispettosa nei confronti di tutti gli uomini e della loro dignità. Qualche volta, dopo aver lasciato l’infuso d’erbe da degustare, sentì in lontananza Pietro chiamare il liquore “Rupes”, alzando i calici all’esclamazione “Evviva la Liberà”; “Evviva la Patria”.
Non capì mai perché Pietro e i suoi amici da lì a poco pagarono quegli incontri con la vita, giustiziati pubblicamente.
Custodì gelosamente il segreto di averli incontrati e, per paura, non produsse più il Rupes tanto caro a quei giovani.
Passarono molti anni e Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, alla fine del XIX secolo, fece in tempo a strappare un’ultima promessa al figlio, non prima di avergli raccontato di quei giovani e del loro sogno di Libertà: “La ricetta di Rupes dovrà essere tramandata ma il racconto di quegli incontri dovrà rimanere un segreto almeno per un secolo”; quasi aleggiasse ancora la paura di quel Regno despota e prepotente, ormai retaggio del passato.
La promessa fu mantenuta. Quella ricetta fu custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni.
Oggi, grazie alla passione per il commercio di Vincenzo, esiste nella Locride un’importate realtà imprenditoriale.
Rupes fonde le sue radici con la grande storia italiana che ebbe inizio da un piccolo paese delle Calabrie, dall’incontro tra un semplice commerciante con alcuni giovani dagli alti ideali.
Per celebrare la memoria dell’antenato che quasi due secoli fa avviò l’attività di famiglia, si è deciso di ridare vita al “Rupes”.
Oggi Rupes racconta dell’incontro di Pietro con Vincenzo in una notte di quasi due secoli fa; ci piace pensare che tra quei brindisi si formò l’ideale d’Unità tanto cara ai precursori dei moti che da lì a poco resero l’Italia Libera.
Oggi Rupes ci parla di semplicità, raffinatezza, fermezza ed allo stesso tempo di grandi gesta.
Oggi, L’Amaro Rupes regala al palato un piacere quotidiano, dal sapore tutto italiano.
La Calabria è terra d’eccellenze, ed anche sinonimo di Made in Italy. Vi raccontiamo l’Amaro Rupes ed il suo entusiasmante successo. Premiato come Miglior Amaro al mondo ai World Liqueur Awards 2020 nella categoria World’s Best Bitter Liqueur e Miglior Liquore al Mondo nel 2021 con la bottiglia Gold e per il terzo anno consecutivo con la Gold Medal del World’s Best Grappa a Stravecchia 36 Mesi Hiberna, Rupes dal carattere inconfondibilmente calabrese, deve il suo nome alla rupe nelle vicinanze di Roccella Ionica, dove, a fine Ottocento, l’avo dei fratelli attuali proprietari preparava l’amaro clandestinamente.
Gusto deciso, ma raffinato, l’Amaro Rupes racconta un territorio e le sue eccellenze, grazie alle trenta erbe officinali e aromatiche del luogo raccolte a mano, tra cui spiccano il finocchietto selvatico, le radici di liquirizia calabrese e l’alloro.
La metodologia a freddo prevede l’infusione di queste componenti botaniche in una soluzione idroalcolica per almeno venti giorni, in grandi tini d’acciaio e la successiva riduzione della gradazione alcolica, mediante l’aggiunta di acqua e zucchero. La macerazione consente di estrarre pienamente le proprietà delle erbe,
conferendo all’Amaro Rupes freschezza, persistenza di gusto, carattere e gradevolezza al palato.
La nascita dell’amaro, infatti, si collega al periodo dell’Unità d’Italia, pervasa dai moti carbonari. Tutto ha avuto inizio, infatti, intorno alla prima metà dell’Ottocento, ai piedi della famosa rupe di Roccella Ionica, anticamente nota come Amphisya. In questo luogo isolato, un giovane di nome Vincenzo, capostipite della famiglia Errigo, di notte distillava le erbe officinali raccolte ai piedi della parete rocciosa e, di nascosto, vendeva gli infusi agli amici più fidati. Gli ingredienti utilizzati e la modalità con cui realizzava il suo liquore sono racchiusi in una ricetta segreta, tramandatagli dalla madre. Una notte, durante una distillazione, conosce Pietro, giovane avvocato del luogo, che, a pochi passi, si riunisce con un gruppo di intellettuali patrioti, precursori dei moti carbonari. Vincenzo, inizialmente diffidente, pur non sapendo nulla degli argomenti di discussione del gruppo, accetta di far provare il suo infuso ai giovani: ogni tanto sente in lontananza Pietro chiamare il liquore ‘Rupes’, mentre insieme ai suoi amici alza il calice esclamando ‘Evviva la libertà’, ‘Evviva la Patria’. Da lì a poco, Pietro e i suoi amici vengono giustiziati pubblicamente e Vincenzo non sa dare una spiegazione a quelle morti. Custodisce gelosamente il segreto di quegli incontri notturni e, per paura, smette di produrre il suo Rupes, “almeno per un secolo” sul punto di morte fece promettere agli eredi, dopo avergli raccontato di quei giovani e del loro sogno di libertà .
La promessa viene mantenuta e la ricetta viene custodita gelosamente e tramandata di padre in figlio, per quattro generazioni. Il colore dell’Amaro Rupes è ambrato. Al naso spiccano note erbacee in cui dominano il finocchietto selvatico e la liquirizia.
Al palato si presenta fresco, grazie alle note di alloro, persistente e con una buona carica amara, dovuta alle erbe e alla non eccessiva quantità di zucchero. Il finale è piacevolmente lungo e persistente, grazie alla liquirizia, esaltatore naturale di gusto.
Tante novità ed eventi all’insegna della ripartenza.
“Tradizione e innovazione al fianco della divulgazione del chiaro messaggio del bere responsabilmente e del bere bene”. Questo il leitmotiv dei fratelli Luca e Francesco Errigo che da inizio marzo hanno ripreso le attività itineranti dell’amaro Rupes.
Un pubblico consapevole e ben informato sa scegliere e riconoscere un prodotto di alta qualità, artigianale e dalle grandi proprietà, con chiari benefici per sé stessi e con positiva ricaduta “economico-glocale”. Questo è il chiaro messaggio di Rupes che continua la crescita in questo primo quadrimestre del 2022 e che fa registrare un netto miglioramento rispetto ai già ottimi risultati dell’anno precedente.
Marzo ha visto la ripartenza itinerante di Rupes con la partecipazione al Vinitaly di Verona all’interno del padiglione della Regione
Calabria.
E’ stata l’occasione per incontrare finalmente fisicamente i tanti clienti provenienti da tutte le regioni di Italia e per presentare al pubblico di settore le novità: Rupes Red al Peperoncino e Bergamotto ed il liquore alla panna Rupes White.
Le attività divulgative sono continuate a Bologna dal 22 al 24 Aprile a Cibò all’interno del Palazzo Storico Re Enzo che ha ospitato una importantissima fiera Agroalimentare dei prodotti agricoli e del Beverage degli Appennini.
Al fianco di FISAR
Terminato un mese di Aprile ricco ed intenso con l’ospitata di Rupes in casa FISAR per il Cinquantesimo anniversario organizzato dalla locale di Cosenza in cui i visitatori hanno potuto accedere alla degustazione guidata degli esperti sommelier.
In programma Rupes Tour Estate 2022 con Studio 54 Network
Studio54Network è stata scelta da Rupes poiché, grazie all’editoria con news sempre aggiornate, musica ed informazione, è capace di soddisfare le curiosità dell’ascoltatore comunicando l’offerta regionale di servizi e turismo intrattenendo con animazioni sempre innovative. Le prime date di Rupes in Tour 2022 sono state già fissate; per scoprirle basta seguire i nostri canali social.
Dal 10 al 13 Aprile 2022 si terrà la 54esima edizione del Vinitaly, la Fiera Internazionale del Vino e dei liquori e Rupes non poteva mancare. Se anche voi siete sempre stati incuriositi da questo evento questa è l’opportunità giusta per scoprire un po’ di più sulla storia di Rupes ed incontrarci personalmente.
Come raggiungere il Vinitaly di Verona
Se avete deciso di partecipare al Vinitaly per una sola giornata, il mezzo più conveniente per evitare code è senza dubbio il treno. La stazione di Verona Portanuova dista una ventina di minuti a piedi dalla Fiera, altrimenti è presente un servizio navetta. Se invece preferite usare la macchina, potete raggiungere la città tramite le autostrade A22 e A4. Se arrivate dall’ autostrada A22 potrete parcheggiare sia presso lo stadio Bentegodi che presso il Centro Agroalimentare Veronamercato. Se invece venite dall’A4 vi conviene lasciare il vostro veicolo presso il parcheggio del centro commerciale Adigeo.
Gli orari
La fiera è aperta dalle 9.30 alle 18.00. Per mantenere lo standard professionale di questa manifestazione, l’accesso è consentito solamente ad operatori specializzati e maggiorenni.
Dove trovi Rupes
Rupes avrà il suo spazio in co-esposizione nell’Expo della Regione Calabria organizzato dal Dipartimento Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione.
Il personale di Rupes soddisferà tutte le vostre curiosità
Un’opportunità per conoscere fisicamente l’Amaro Medaglia d’oro alla World Liqueur Award ed American Awards 2020, Miglior Liquore alle Erbe del Mondo 2021 (World’s Best Erbal e Best Italian Herbal) con la versione Rupes Gold affinato in barrique di rovere e ancora la Silver Medal per Rupes Black Edition a dicembre 2021 nel concorso internazionale Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles.
Ma anche un’opportunità per degustare e conoscere più approfonditamente il liquore artigianale che fonde le sue radici con la grande storia italiana e che oggi è sempre più apprezzato dalle Alpi agli Appennini del Bel Paese e non solo.
Denso, aromatico, ottimo da consumare a fine pasto oppure durante piacevoli incontri, l’Amaro Calabrese Rupes, ci offre lo spunto giusto per iniziare a godere delle reali prelibatezze del nostro territorio. Prodotto in modo artigianale, l’amaro di Calabria rievoca storie del passato, avvenimenti per mezzo dei quali lo spirito di sacrificio e il desiderio di continuare ad andare avanti, hanno portato i produttori dell’epoca a creare un prodotto che riuscisse a soddisfare appieno il gusto dei consumatori.
Nato mediante importanti processi di infusione (a freddo), macerazione (a caldo) o percolazione di alcool con erbe aromatiche naturali, il liquore calabrese trasforma le caratteristiche organolettiche di ogni singolo ingrediente in un tripudio di piaceri ed emozioni forti! *Finocchietto selvatico, *liquirizia di Calabria e *foglie di alloro sono i componenti base dell’amaro calabrese alle erbe, che può essere gustato come aperitivo dall’effetto eupeptico; per stimolare l’appetito; come “dopo pasto” per favorire il processo di digestione oppure allungato con Selz e Ghiaccio per creare una bibita originale dal piacevole gusto e dal giusto grado di amarezza.
Esistono diversi modi per servire l’amaro e la domanda o l’offerta del liquore stesso celano sempre una velata “richiesta di piacere.” Servire l’amaro in modo curato nel modo e nei dettagli è un aspetto da non sottovalutare, che può davvero fare la differenza infatti, oltre a dare quell’immediata sensazione di benessere, la forma del bicchiere in cui è servito può dare quel tocco di classe in grado di trasformare tutta l’atmosfera. Al di là del gusto personale che vede l’amaro ghiacciato, allungato con Selz o raffreddato con ghiaccio, il liquore andrebbe sempre servito nei classici bicchieri a forma cilindrica o tronco conica. Però potrebbero esserci alcune eccezioni:
se l’amaro è servito con cubetti di ghiaccio sarebbe senza dubbio consigliato un tumbler basso e svasato;
se l’amaro è chiaro o limpido meglio orientarsi su un cristallo trasparente e sottile;
se l’amaro è freddo meglio prediligere calici a stelo per evitare che il calore delle mani riscaldi il liquore;
la dose di amaro, inoltre, dovrebbe sempre rispettare il rapporto di 1/3 della capacità del bicchiere. Di buon effetto ottico è la decorazione della coppa con rametti di erbe aromatiche, meglio se “in linea” con quelle presenti nell’amaro stesso.
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