Liquori e Amari Calabresi

Che la Calabria sia una terra ricca di prelibatezze è risaputo, ma che fra tutte le sue bontà ce ne sia una che arrivi ad appagare anima e corpo è tutta un’altra storia!
Di colore sincero, più o meno denso, ottenuto da un particolare processo di estrazione, a caldo o a freddo, di erbe vegetali che ne conferiscono il sapore, l’Amaro Calabrese rientra a far parte di quelle bevande note come: Bevande Spiritose. 

Prodotto, tramite processi di distillazione o macerazione, il liquore amaro è una bevanda alcolica che, come tutte le bevande appartenenti a questa categoria, va consumata nelle giuste dosi. Guastato come aperitivo per sfruttare il suo effetto eupeptico, oppure a fine pasto per attivare e favorire il processo di digestione, l’amaro calabrese richiede la ricerca e dunque la selezione accurata di materie prime naturali prodotte nelle ricche terre calabre.


Vediamo dunque quali sono i principali ingredienti utilizzati nella preparazione del liquore.


1)AMARO ALLA ZAGARA:
la zagara è il fiore dell’arancio, del limone e del bergamotto, una materia prima che conferisce un sapore forte ma al tempo stesso fruttato, ricreando le fantastiche atmosfere della natura incontaminata.


2)AMARO AL BERGAMOTTO:
il bergamotto, dal latino “Citrus Bergamo a Risso”, è un frutto dalle diverse proprietà terapeutiche e cresce in abbondanza nelle terre calabresi. Dopo un’accurata ricerca e selezione, del frutto si utilizza la buccia che viene sapientemente lavorata con tutti gli altri ingredienti per dar vita ad un prodotto che, nonostante le antiche origini, risulta tra le bevande più moderne e consumate, entro i giusti limiti, in tutte le occasioni!


3) AMARO AL CEDRO:
originario delle Indie Orientali, il Cedro è un frutto molto simile al limone. Si presenta bitorzoluto, di colore verdastro e con la buccia molto spessa. Diverse sono le specie cresciute nel sud Italia ma, quella sviluppata nel bacino del Mediterraneo, è indubbiamente la specie di Cedro più pregiata. E del clima calabrese, ha acquisito tutte le migliori caratteristiche che il frutto
possa avere, rendendolo un ottimo prodotto per creare un liquore dal gusto inconfondibile.


4) AMARO ALLA LIQUIRIZIA:conosciuta sin dalla antichità la liquirizia, pianta erbacea perenne, alta fino aun metro, appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Le specie conosciute sono diverse, ma quelle più utilizzate nel commercio sono tre: glabra; echinata; uralensis. Nella provincia di Cosenza la presenza del vegetale è del tutto naturale e la zona in cui è maggiormente presente è quella di Corigliano Calabro. La parte maggiormente utilizzata della pianta è la radice che, oltre all’estrazione del succo utilizzato appunto per la produzione di prodotti distillati, viene impiegata anche per creare prodotti di cosmesi ed erboristici.

5) LIQUORE ALLE NOCI:il liquore alle noci viene prodotto con noci verdi raccolte, nelle terre calabresi,
durante l’ultima settimana del mese di giugno, poiché proprio in questo periodo il frutto conserva le caratteristiche adatte alla lavorazione. Il liquore è ottenuto mediante la macerazione alcolica di circa 40 giorni delle noci, in modo da raggiungere, dopo l’aggiunta dello sciroppo zuccherino, una gradazione alcolica di curva 40°. Consigliato dopo i pasti, il liquore alle noci
ha un elevato potere digestivo, che dona subito una sensazione di leggerezza e benessere.


6) AMARO AL LIMONE: ottenuto dalla fermentazione alcolica di scorza di limone il Liquore, comunemente noto come Limoncello, può essere usato come digestivo, per creare bevande dissetanti, sorbetto, gelati e utilizzato nella preparazione di alcuni dolci artigianali. Dal sapore delicato e al contempo forte, il limoncello può essere servito dopo i pasti preferibilmente fresco!
Insomma, di liquori amari calabresi c’è ne sono davvero di tutti i gusti e ognuno di questi, servito nelle giuste quantità e ricreando l’atmosfera giusta, è pronto ad appagare i palati di ogni consumatore!

L’Amaro Calabrese

Denso, aromatico, ottimo da consumare a fine pasto oppure durante piacevoli
incontri, l’Amaro Calabrese Rupes, ci offre lo spunto giusto per iniziare a godere
delle reali prelibatezze del nostro territorio. Prodotto in modo artigianale, l’amaro di
Calabria rievoca storie del passato, avvenimenti per mezzo dei quali lo spirito di
sacrificio e il desiderio di continuare ad andare avanti, hanno portato i produttori
dell’epoca a creare un prodotto che riuscisse a soddisfare appieno il gusto dei
consumatori.


Nato mediante importanti processi di infusione (a freddo), macerazione (a caldo) o
percolazione di alcool con erbe aromatiche naturali, il liquore calabrese trasforma le
caratteristiche organolettiche di ogni singolo ingrediente in un tripudio di piaceri ed
emozioni forti!
*Finocchietto selvatico,
*liquirizia di Calabria e
*foglie di alloro sono i componenti base dell’amaro calabrese alle erbe, che può
essere gustato come aperitivo dall’effetto eupeptico; per stimolare l’appetito; come
“dopo pasto” per favorire il processo di digestione oppure allungato con Selz e
Ghiaccio per creare una bibita originale dal piacevole gusto e dal giusto grado di
amarezza.


Esistono diversi modi per servire l’amaro e la domanda o l’offerta del liquore stesso
celano sempre una velata “richiesta di piacere.” Servire l’amaro in modo curato nel
modo e nei dettagli è un aspetto da non sottovalutare, che può davvero fare la
differenza infatti, oltre a dare quell’immediata sensazione di benessere, la forma del
bicchiere in cui è servito può dare quel tocco di classe in grado di trasformare tutta
l’atmosfera. Al di là del gusto personale che vede l’amaro ghiacciato, allungato con
Selz o raffreddato con ghiaccio, il liquore andrebbe sempre servito nei classici
bicchieri a forma cilindrica o tronco conica.
Però potrebbero esserci alcune eccezioni:

se l’amaro è servito con cubetti di ghiaccio sarebbe senza dubbio consigliato un tumbler basso e svasato;
se l’amaro è chiaro o limpido meglio orientarsi su un cristallo trasparente e sottile;
se l’amaro è freddo meglio prediligere calici a stelo per evitare che il calore delle mani riscaldi il liquore;
la dose di amaro, inoltre, dovrebbe sempre rispettare il rapporto di 1/3 della capacità del bicchiere.
Di buon effetto ottico è la decorazione della coppa con rametti di erbe aromatiche,
meglio se “in linea” con quelle presenti nell’amaro stesso.

L’Amaro Calabrese è ricco di SORPRESE

La meravigliosa regione Calabria oltre alle bellezze naturali e ai panorami mozzafiato, offre una vasta gamma di prodotti artigianali. Tra questi troviamo una bevanda acolica speciale, preparata con erbe officinali e frutta aromatizzata, un elisir di salute i cui a prodotti-base rappresentano l’eccellenza della nostra terra, tra questi troviamo: il bergamotto, il finocchietto selvatico, il limone, la liquirizia o il mirto, insomma tutte materie prime e attentamente selezionate che, la sapienza e la maestria dei produttori, ha fuso in un unico prodotto capace di coinvolgere in esperienze sensoriali davvero uniche.

Tra queste delizie di Calabria spicca indubbiamente, per sapore e originalità, un amaro davvero speciale, il cui nome deriva da dal luogo in cui lo stesso liquore veniva distillato.

Rupes, l’amaro di Roccella Jonica, ha una storia avvincente secondo la quale il nome fu coniato da intellettuali patrioti nella prima metà dell’800 allorquando, il giovane produttore Vincenzo viveva a Roccella e produceva, lontano dai controlli severi di quei tempi, il liquore distillandolo ai piedi della famosa rupe di Roccella, anticamente nota come Anphisia. Vincenzo viveva da sempre in quella zona dove si dedicava alla vendita di beni di prima necessità e, sottobanco, solo agli amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi di erbe in distillato che Vincenzo stesso estraeva in gran segreto durante la notte per non destare sospetti e fuggire i controlli.

Fu proprio durante una di quelle notti che conobbe idealisti patriottici che assaggiando l’elisir lo battezzarono con il nome della rupe in cui Vincenzo lo produceva. Da allora la ricetta rimase segreta per ben quattro generazioni poiché lo stesso Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, riuscì a strappare una promessa al figlio, cioè di non svelare mai gli ingredienti dell’elisir.

Ed è così che la passione e la dedizione di chi ama far le cose buone è arrivata sino ai giorni nostri, permettendo la nascita, nella Locride, di un’importante realtà imprenditoriale, infatti è grazie ai discendenti della famiglia del temerario Vincenzo che il liquore più amato della regione è presente ancora oggi sulle nostre tavole!

Amaro di nome e di fatto

Alcolico a base di frutta o di erbe, l’amaro è una bevanda aromatica, che generalmente viene consumata dopo i pasti grazie alle sue proprietà digestive. Il sapore amarognolo delle piante utilizzate conferisce al liquore un gusto originale e raffinato, pronto a soddisfare anche i palati più difficili.

Le origini dell’amaro affondano le proprie radici nell’antichità, basti pensare allelisir di buona salute suggerito da Ippocrate, padre della medicina classica, che tanto osannava le proprietà terapeutiche della bevanda da consumare dopo i pasti per favorire la digestione dopo i lunghi pranzi luculliani, o addirittura come rimedio curativo a diversi malanni.

Furono proprio le caratteristiche medicamentose delle piante officinale a dar vita alla produzione degli elisir prima come infusi dal potere terapeutico, per contrastare l’inappetenza nei bambini o per curare raffreddori di stagione, in seguito come bevande post prandiali e non solo, capaci di favorire il processo digestivo o semplicemente per concedersi un momento di estremo piacere.

Il sapore amaro delle erbe utilizzate, attiva i recettori presenti sulle papille gustative che, a loro volta, aumentano la secrezione dei succhi gastrici stimolando così la trasformazione dei cibi. La ricetta dell’amaro viene tramandata di generazione in generazione e il sapore del prodotto finale varia a seconda delle piante utilizzate e del tempo di macerazione.

Le piante scelte e selezionate vengono pestate e poste in infusione dentro una soluzione alcolica per un determinato numero di ore, trascorse le quali il liquido viene filtrato, corretto con acqua e zucchero e conservato. Ogni città ha il proprio amaro caratteristico spesso legato all’ingrediente locale che rende, la bevanda in questione, unica nel suo genere.

Come te lo servo

Regalarsi un breve istante di piacere durante la giornata, concedersi un meritato momento di benessere da soli o in compagnia, è di fondamentale importanza per ricaricarsi di quella energia utile ad affrontare tutto il resto. Allora cosa c’è di meglio che coccolarsi con una bevanda il cui nome ci farebbe storcere il naso ai più giovani ma il cui sapore ci fa innamorare subito della sua bontà e del suo gusto raffinato?

Insomma cosa c’è di meglio di un amaro alle erbe aromatiche?

 Di meglio non c’è nulla, in particolar modo se la bevanda in questione viene servita nel modo coretto!

Servire un amaro curato nei dettagli è un aspetto da non sottovalutare e che può davvero fare la differenza. Infatti, oltre allo stomaco che ne sfrutta in pieno le proprietà digestive, anche l’occhio vuole la sua parte e, al di là del gusto personale che riguarda il contenuto, la bevanda andrebbe sempre servita nel bicchiere di vetro a forma cilindrica, noto come “tumbler”, cioè quel bicchiere largo e senza stelo, che ne consente una migliore degustazione. Aggiungendo qualche cubetto di ghiaccio, oppure allestendo il bicchiere con qualche rametto di erbe aromatiche, preferibilmente le stesse contenute tra gli ingredienti dell’infuso, creeremo l’immagine piacevole di un momento di relax in cui le caratteristiche organolettiche sono sostenute da quelle visive.

Esistono diverse varianti nel consumo degli amari, alcuni prevedono che la bevanda sia allungata con:

@ acqua tonica,

@ginger,

@succhi di frutta,

@frutta in pezzi,

@menta in foglie,

@frutti di bosco.

Per amari da servire con cubetti di ghiaccio è consigliabile l’uso di calici con stelo, in modo da evitare che il calore della mano acceleri lo scioglimento del ghiaccio “annacquando” la bevanda.

Da soli o in compagnia la degustazione dell’amaro è un momento che può diventare un vero e proprio rituale di piacere da ripetere, mi raccomando, con le opportune precauzioni!

Più Amaro di cosi

Noto anche come ammazzacaffè, l’usanza di sorseggiare un bicchierino di liquore, risale a moltissimi anni fa quando, gli uomini appartenenti alle classi aristocratiche dopo un lauto banchetto, erano soliti spostarsi dalla sala da pranzo al salotto per
parlare di affari fumando sigari e gustando il bicchierino di alcolico atto ad azzerare
il miscuglio di sapori delle varie portate e a favorire la digestione.
Ma è proprio vero che l’amaro è in grado di migliorare il processo digestivo?
La verità sta nel mezzo!


Dopo aver bevuto l’amaro si nota in realtà un incremento della salivazione dovuto
alla stimolazione delle papille gustative che, in effetti, dà la sensazione di una
digestione già avviata. In realtà il tasso alcolico degli amari, che generalmente è del
30-35%, provoca l’irritazione delle pareti dello stomaco rallentando così lo
svuotamento gastrico.
Dunque, se da un lato le erbe come liquirizia, finocchietto e foglie di alloro


stimolano la produzione di succhi gastrici dall’altro, l’alto tasso di etanolo provoca
l’annullamento degli effetti digestivi. La migliore indicazione per non rinunciare al
gusto di un ottimo amaro e allo stesso tempo favorire il processo digestivo è quella
di abbassare leggermente la gradazione alcolica della bevanda.


Come?
O bevendo direttamente l’amaro Rupes che ha una gradazione del 28%, oppure
aggiungendo qualche cubetto di ghiaccio o qualche goccia di acqua frizzante… che
poi si sa, le bollicine… rendono tutto più piacevole!

Un amaro dal cuore tenero

Che sia a temperatura ambiente o refrigerato con cubetti di ghiaccio, l’amaro resta una buona scusa per interessanti incontri di lavoro e non solo. A casa, al bar o come “ammazzacaffè” dopo un lauto pranzo al ristorante, la bevanda alcolica alle erbe rientra a
far parte di quella categoria di buoni pretesti per poter dare luogo ad un breve momento di meritato svago.


Ma quali sono gli ingredienti di un amaro e qual è il miglior modo per servirlo?
Tra i vari ingredienti di un liquore alle erbe, fondamentali sono appunto “le erbe” che, tramite un processo di estrazione in soluzione alcolica, possono essere miscelate insieme alle altre componenti (acqua, alcole, zucchero, fragranze naturali), in modo da equilibrare
tutti gli aromi.

Finocchietto selvatico, foglie di alloro, liquirizia calabrese sono solo alcuni degli elementi che andranno a creare un amaro dal sapore inconfondibile e dal gusto deciso. In particolare, è nostra tradizione utilizzare un’eccellenza di Calabria: la liquirizia.
Appartenente alla famiglia della Leguminosae, la liquirizia, nota scientificamente come Glycyrrhiza Glabra, è presente in natura sotto forma pianta sempreverde dalle radici marroncine che, lavorate da sapienti mani artigianali, rilascia un estratto liquido dal sapore dolce e dal gusto unico e raffinato.  

Solo l’esperienza e la tradizione fanno si che, il cuore di liquirizia pura, venga miscelato ad arte con gli altri ingredienti che andranno a comporre una bevanda unica nel suo genere. Consumato generalmente dopo pranzo, per favorire il processo digestivo, l’amaro va servito ad una temperatura tra i 12 e i 17° oppure per chi lo preferisce, con due o tre cubetti di ghiaccio. Sarebbe inoltre opportuno abbellire il
bicchiere con dei rametti o delle foglie purché siano in linea con il gusto dell’amaro richiesto.
Insomma da soli o in compagnia, freddo o ghiacciato l’amaro resta un’ottima occasione per fare una breve pausa e gustare un prodotto, ovviamente nelle giuste quantità, al gusto
forte e raffinato.