Nazionale Amaro Deciso “Miglior Amaro”: Rupes riceve l’ambito premio Ampolla d’Oro di Spirito Autoctono.

Spirito Autoctono con la propria Guida agli Spiriti Italiani, edita dal Touring Club ha decretato i prodotti meritevoli del massimo riconoscimento: l’Ampolla d’Oro. Il 19 Marzo 2024 sono stati svelati i risultati di questo certosino processo di selezione basato su qualità, ingredienti autoctoni e attenzione alla territorialità. Nazionale Amaro Deciso ha ricevuto la prestigiosa Ampolla d’Oro. Questa versione di Rupes rievoca la dimensione medievale, quella in cui le botaniche all’interno dei monasteri, grazie al sapere tramandato nei secoli, si trasformavano per alchimia in rimedi, infondendo pace ai sensi ed al corpo di chi li consumava; Nazionale Amaro Deciso è un “amarissimo” e vuole fare ingresso nei momenti degustativi di chi non disdegna i sapori strong, carichi, netti. Al palato è forte, deciso e secco. Le erbe amare si legano ai 38 gradi alcolici offrendo un’esperienza sensoriale tra le botaniche più digestive ed estreme del panorama floreale.

Per ritirare l’Ampolla d’Oro a Milano presso lo Studio Maxi era presente Luca Errigo, titolare e socio del fratello Francesco.

Continua così la scalata di Rupes che si fa sempre più ricca di riconoscimenti, frutto della meticolosa ricerca nell’assicurare linee eccellenti con sfaccettature uniche, ricercate ed inimitabili.

Nasce NAZIONALE AMARO DECISO.

Nasce Nazionale Amaro Deciso. Un amaro netto, amarissimo, dal carattere forte e sicuro!

Con 38 % di gradazione alcolica, macerazione a freddo delle amarissime erbe selezionate manualmente, la lunga macerazione a freddo in alcool da cereali, Nazionale Amaro Deciso vuole fare ingresso nei momenti degustativi di chi non disdegna i sapori strong, carichi, netti.

Ideale dopo un pasto completo, magari a base di carne!

Nazionale di Rupes è un vero Amaro digestivo che rievoca la dimensione medievale, quella in cui le botaniche all’interno dei monasteri, grazie al sapere tramandato nei secoli, si trasformavano per alchimia in rimedi, infondendo pace ai sensi ed al corpo di chi li consumava.

I tesori del Gusto della Metrocity di Rc. Grande successo allo stand per il pluripremiato Amaro Rupes

Avviata la kermesse i Tesori del Mediterraneo 2022 che ospita all’intero i Tesori del Gusto organizzata dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Nello splendido scenario del Lungomare Italo Falcomatà accanto all’Arena dello Stretto, giovedì 28 Luglio, il pluripremiato Rupes Campione del Mondo per due anni consecutivi si è presentato al pubblico reggino offrendo una degustazione guidata all’insegna del riconoscimento delle botaniche d’eccellenza e del bere bene. L’evento è inserito nel più ampio cartellone di eventi ed iniziative previste per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Un successo per Rupes che ha ricevuto moltissimi visitatori tutti curiosi ed entusiasti di degustare e scoprire le ultime novità come Rupes Red al Peperoncino e Bergamotto e Rupes White Liquore alla Panna.

Continuate a seguirci per scoprire le prossime degustazioni di un cartellone estivo pieno di tappe.

23 LUGLIO – OGGI RICORRE L’ANNIVERSARIO DEL PREMIATO AMARO RUPES

Tantissima passione ed anni di duro lavoro per capire che c’è ancora tanto da fare, con l’entusiasmo di sempre!

Oggi L’ anniversario di Rupes e condividiamo con voi la foto di uno dei primi passi; d’altronde ogni lungo viaggio inizia sempre con un solo passo. Grazie di vero cuore ad ognuno di voi per averci regalato un grande successo! Il bello deve ancora arrivare, lo dobbiamo a tutti voi!!!!

Olio su tela. I. Ritorto

La leggenda di Rupes

Erano i primi decenni del Diciannovesimo Secolo.

La carestia si mostrava con il suo vero volto attraverso la fame. Braccianti e artigiani erano alle strette, vessati dai signorotti delle terre e dalle tasse.

Il giovane Vincenzo viveva a Roccella, ai piedi della rupe. Commerciava beni di prima necessità caricando sulle spalle la sua merce per rifornire i paesi limitrofi. Sottobanco, solo agli  amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi d’erbe in distillato, estratto personalmente durante la notte ai piedi della rupe in cui viveva, per non destare sospetti ad occhi indiscreti. ​ Degli ingredienti e della modalità di realizzazione custodiva gelosamente la ricetta tramandatagli dalla cara madre.

Fu in una di quelle notti mentre intento a distillare che conobbe Pietro, un giovane avvocato di Roccella di distinta e buona famiglia che si incontrava per discutere, insieme ad altri amici della riviera, all’ombra della notte, a due passi dalla piccola distilleria abusiva.

Vincenzo, diffidente inizialmente, accettò di far provare il suo infuso che continuò a portare di notte per alcuni anni. Non osò mai chiedere di cosa si dialogasse in quegli incontri segreti, neppure quando la confidenza fu maggiore. Aveva intuito, però, che i giovani erano poeti, sognatori, portatori e testimoni di una morale tollerante e rispettosa nei confronti di tutti gli uomini e della loro dignità. Qualche volta, dopo aver lasciato l’infuso d’erbe da degustare, sentì in lontananza ​ Pietro chiamare il liquore “Rupes”, alzando i calici all’esclamazione “Evviva la Liberà”; “Evviva la Patria”.

Non capì mai perché Pietro e i suoi amici da lì a poco pagarono quegli incontri con la vita, giustiziati pubblicamente.

Custodì gelosamente ​ il segreto di averli incontrati e, per paura, non produsse più il Rupes tanto caro a quei giovani.

Passarono molti anni e Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, alla fine del XIX secolo, fece in tempo a strappare un’ultima promessa al figlio, non prima di avergli raccontato di quei giovani e del loro sogno di Libertà: “La ricetta di Rupes dovrà essere tramandata ma il racconto di quegli incontri dovrà rimanere un segreto almeno per un secolo”; quasi aleggiasse ancora la paura di quel Regno despota e prepotente, ormai retaggio del passato.​

La promessa fu mantenuta. Quella ricetta fu custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni. ​

Oggi, grazie alla passione per il commercio di Vincenzo, esiste nella Locride un’importate realtà ​ imprenditoriale.

Rupes fonde le sue radici con la grande storia italiana che ebbe inizio da un piccolo paese delle Calabrie, dall’incontro tra un semplice commerciante con alcuni giovani dagli alti ideali.

Per celebrare la memoria dell’antenato che quasi due secoli fa avviò l’attività di famiglia, si è deciso di ridare vita al “Rupes”.

Oggi Rupes racconta dell’incontro di Pietro con Vincenzo in una notte di quasi due secoli fa; ​ ci piace pensare che tra quei brindisi si formò l’ideale d’Unità tanto cara ai precursori dei moti che da lì a poco resero l’Italia Libera.

Oggi Rupes ci parla di semplicità, raffinatezza, fermezza ed allo stesso tempo di grandi gesta.

Oggi, L’Amaro Rupes regala al palato un piacere quotidiano, dal sapore tutto italiano.

L’Amaro Calabrese è ricco di SORPRESE

La meravigliosa regione Calabria oltre alle bellezze naturali e ai panorami mozzafiato, offre una vasta gamma di prodotti artigianali. Tra questi troviamo una bevanda acolica speciale, preparata con erbe officinali e frutta aromatizzata, un elisir di salute i cui a prodotti-base rappresentano l’eccellenza della nostra terra, tra questi troviamo: il bergamotto, il finocchietto selvatico, il limone, la liquirizia o il mirto, insomma tutte materie prime e attentamente selezionate che, la sapienza e la maestria dei produttori, ha fuso in un unico prodotto capace di coinvolgere in esperienze sensoriali davvero uniche.

Tra queste delizie di Calabria spicca indubbiamente, per sapore e originalità, un amaro davvero speciale, il cui nome deriva da dal luogo in cui lo stesso liquore veniva distillato.

Rupes, l’amaro di Roccella Jonica, ha una storia avvincente secondo la quale il nome fu coniato da intellettuali patrioti nella prima metà dell’800 allorquando, il giovane produttore Vincenzo viveva a Roccella e produceva, lontano dai controlli severi di quei tempi, il liquore distillandolo ai piedi della famosa rupe di Roccella, anticamente nota come Anphisia. Vincenzo viveva da sempre in quella zona dove si dedicava alla vendita di beni di prima necessità e, sottobanco, solo agli amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi di erbe in distillato che Vincenzo stesso estraeva in gran segreto durante la notte per non destare sospetti e fuggire i controlli.

Fu proprio durante una di quelle notti che conobbe idealisti patriottici che assaggiando l’elisir lo battezzarono con il nome della rupe in cui Vincenzo lo produceva. Da allora la ricetta rimase segreta per ben quattro generazioni poiché lo stesso Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, riuscì a strappare una promessa al figlio, cioè di non svelare mai gli ingredienti dell’elisir.

Ed è così che la passione e la dedizione di chi ama far le cose buone è arrivata sino ai giorni nostri, permettendo la nascita, nella Locride, di un’importante realtà imprenditoriale, infatti è grazie ai discendenti della famiglia del temerario Vincenzo che il liquore più amato della regione è presente ancora oggi sulle nostre tavole!